Judith Babarsky vive in Virginia, insegna al college e lavora come consulente professionale. La sua storia è di quelle che fanno riflettere sugli infiniti trucchi della Provvidenza. Atea, aveva iniziato a leggere su consiglio di un’amica “L’illusione di Dio” il bestseller del più noto apologeta vivente dell’ateismo, l’inglese Richard Dawkins, ma ne era rimasta delusa, per l’aggressività dei toni e la grossolanità delle argomentazioni. Desiderosa di capire meglio cosa fosse veramente il cristianesimo era quindi passata al “Gesù di Nazareth” di Benedetto XVI. Oggi Judith è cattolica e, come scrive in un breve ma affascinante resoconto del suo itinerario spirituale e culturale, «se qualcuno qualche anno prima mi avesse detto che sarei diventata cattolica, gli avrei riso in faccia». Ride bene chi ride…
dall’ateismo
Giorgia Petrini, la donna in carriera che è entrata in chiesa per una sfida e ne è uscita imprenditrice di Dio
Un “ex” donna in carriera, oggi con un’unica ambizione: fare la volontà di Dio. La 39enne imprenditrice romana di origine umbra Giorgia Petrini era un personaggio già affermato nel suo ambiente ed anche in campo editoriale, quando nella sua vita è avvenuto un cambiamento a trecentosessanta gradi, che ha sorpreso i suoi amici di sempre.
Nel suo secondo libro, intitolato Il Dio che non sono, di cui è anche editrice, la Petrini racconta la sua vita “avanti Cristo” e “dopo Cristo”, spiegando i perché di una scelta fatta in piena libertà.
Nel 2010 aveva pubblicato L’Italia che innova (Koiné), un caso editoriale, in cui raccontava dieci storie esemplari di giovani imprenditori vincenti anche in tempo di crisi. Un grande successo, un prodotto che mostrava apertura, ingegno e generosità, ma Giorgia in fondo non era “davvero” felice, come ognuno di noi vorrebbe ambire a diventare.
Fino al giorno in cui, circa tre anni fa, un amico non la invita a seguire il noto ciclo di catechesi dei Dieci Comandamenti a cura di don Fabio Rosini. Giorgia, all’epoca non credente, accetta la proposta come una sfida. «Il mio atteggiamento – racconta – era ancora quello di chi voleva smentire quello che quel prete ci avrebbe detto»…
Storia del poeta-soldato sud-vietnamita che nel buio delle carceri comuniste ha trovato la luce di Cristo
Il 68enne J.B Nguyễn Hữu Cầu ha trascorso quasi 39 anni nelle prigioni di Hanoi. È stato uno dei detenuti politici di più lungo corso in Vietnam, poi rilasciato in virtù dell’amnistia presidenziale concessagli per le precarie condizioni di salute. In cella ha incontrato Gesù. Il Rosario e la Via Crucis sono state la forza per vincere il dolore e perdonare i carcerieri.
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